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La fiducia nell’interazione tra falconiere e aquila: un principio etologico fondamentale

  • Maura Luoni
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Nella falconeria moderna l’obiettivo primario non è ottenere sottomissione, ma costruire una relazione basata sulla fiducia reciproca.


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Maura di Terra Incantata con la sua aquila Tengri.


L’aquila, come tutti i grandi rapaci, possiede un’elevata capacità cognitiva, una forte territorialità e un istinto di autoprotezione molto sviluppato. Per questo motivo non può e non deve “avere paura” dell’uomo: la paura inibisce i comportamenti naturali, aumenta i livelli di stress e compromette  la salute fisica e psicologica dell’animale.


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Aquila reale selvatica in volo (ph.A. Roberti)


La relazione tra falconiere e aquila si sviluppa attraverso un processo chiamato imprinting secondario e manning, in cui l’uccello apprende gradualmente che la presenza umana non rappresenta una minaccia. Durante questa fase il falconiere mantiene un approccio costante, prevedibile e non coercitivo, rispettando la distanza di sicurezza e i tempi di adattamento dell’animale.

Il rinforzo positivo, basato su ricompense alimentari controllate, permette all’aquila di associare l’interazione con l’uomo a un’esperienza neutra o favorevole. Questo processo, definito condizionamento operante, riduce lo stato di vigilanza attiva e favorisce comportamenti collaborativi. La fiducia non viene imposta, ma costruita nel tempo, attraverso routine stabili e un’interpretazione precisa del linguaggio corporeo del rapace: postura, dilatazione pupillare, piloerezione, vocalizzazioni e uso delle ali.


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Un’aquila che non ha paura, ma che si fida, mantiene un livello fisiologico di stress entro parametri normali, presenta una termoregolazione stabile e mostra comportamenti tranquilli come la lisciatura del piumaggio, la postura rilassata sul pugno e la disponibilità al volo controllato. Questo stato è essenziale per garantire il benessere dell’animale e la sicurezza dell’operatore.

In sintesi, nella falconeria la fiducia non è un optional, ma un requisito biologico ed etologico imprescindibile: solo un’aquila che percepisce l’uomo come presenza affidabile può collaborare, apprendere e vivere l’esperienza in condizioni di pieno benessere.


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