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  • Immagine del redattoreMaura

Animali Selvatici: IL GHIRO

Buongiorno amici di Terra Incantata!


Prosegue anche oggi la serie di blog incentrata sugli abitanti selvatici tipici delle nostre aree, la Valcuvia e la Provincia di Varese in particolare, non concentrandoci solo sull'aspetto scientifico e naturalistico, ma ponendo anche attenzione verso la loro immagine nella cultura popolare.


Oggi parliamo del GHIRO


Ghiro ghiotto di fichi, di Alessandro Calevo

Famoso per il detto “dormi come un ghiro” legato al suo periodo di letargo di sei/sette mesi all’anno (seppur con alcuni risvegli per nutrirsi) il Ghiro, nome scientifico Glis glis, fa parte di una famiglia dei roditori a cui appartengono ad esempio il Moscardino e il Topo quercino.

Si tratta di roditori di piccole dimensioni, l’aspetto generale e simile a un piccolo scoiattolo di colore grigio che varia dal grigio chiaro al marrone scuro.

Sono mammiferi principalmente arboricoli che vivono o trascorrono la maggior parte del tempo sugli alberi ma, spesso li troviamo nei solai, dove di notte si divertono a tenerci svegli correndo e rosicchiando le travi.


Il Ghiro e una specie Euroasiatica, in Italia si trova in quasi tutta la penisola, predilige i boschi dove trova cibo in abbondanza come germogli, frutti e semi, nonostante si siano col tempo adattati a vivere nei pressi degli insediamenti umani, dove possono anche diventare una minaccia per le culture e gli orti domestici.

Sono animali notturni, e sono una delle prede più frequenti dei nostri amici gufi.


Ghiro cittadino, di Pietro Monteleone

Guardando alla nomenclatura inglese di questo roditore, European edible dormouse (ghiro commestibile europeo) può fare storcere il naso ma allo stesso tempo suscitare curiosità. Persino nella nostra lingua. anche se oramai desueto, la nomenclatura del Glis Glis era Ghiro commestibile, questo perchà nell’ Antica Roma era considerata una prelibatezza culinaria destinata all’aristocrazia e veniva fatta ingrassare come qualunque altro animale da carne, arrivando a creare delle vere e proprie fattorie di questi animali, pratica che potrebbe aver contribuito almeno in parte alla sua vasta e capillare diffusione. La pratica di far ingrassare i ghiri commestibili sembra risalire tuttavia a prima del II secolo a.C. ed era considerata del tutto normale tra Romani, Galli ed Etruschi, alla stregua di allevare maiali per produrre carne.


Anche per il blog di oggi è tutto, ma come sempre vogliamo lasciarvi con una chicca.

Nel video qui sotto, catturato da una foto-trappola, possiamo osservare un simpatico ghiro grassottello sul suo albero, gentilmente fornitoci dall'amico Luca Bonetti.


Ringraziamo nuovamente tutti gli amici che hanno fornito lo splendido materiale fotografico e video presente nel blog di oggi e vi diamo appuntamento al prossimo capitolo della serie sugli animali sevatici!

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